
Dal 1971 le donne svizzere votano ma ancora oggi, nella dichiarazione delle imposte, sono trattate come “appendici” del marito, persino quando sono loro a sostenere economicamente la famiglia. Con la tassazione individuale – approvata lo scorso giugno dal Parlamento federale – finalmente ogni donna diventa soggetto fiscale a pieno titolo: con una propria dichiarazione e la propria progressione. Era ora!
Perché l’attuale imposizione congiunta penalizza il lavoro femminile: il reddito della moglie viene sommato a quello del marito e, a causa della progressione fiscale, tassato con un’aliquota più alta. Risultato: per molte donne lavorare non conviene. Tra imposte sproporzionate e costi dell’infanzia, troppe carriere femminili si fermano. Una perdita enorme di autonomia, di autostima per le donne e, soprattutto, di competenze per l’economia e per la società.
La tassazione individuale è giustizia fiscale: ognuno paga in base al proprio reddito, non in base allo stato civile. Elimina la penalizzazione del matrimonio già denunciata dal Tribunale federale nel 1984. È una riforma equilibrata: libera metà della popolazione da una penalizzazione ingiusta, lascia invariata la situazione per un terzo dei contribuenti e riduce il privilegio del “bonus matrimoniale” solo per i redditi molto alti. Il tutto con un costo di 600 milioni di franchi, finanziariamente sostenibile grazie a un compromesso tra PLR, PS, Verdi e Verdi liberali.
Il referendum dei Cantoni promosso in Ticino da Centro, UDC e Lega vuole bloccare questa conquista e cementare un modello familiare antiquato e patriarcale. Faftplus si appella al Gran Consiglio: questo referendum non deve passare! Il lavoro femminile non è un lusso, non è un accessorio: è reddito, è indipendenza, è competenza, è ricchezza per la società e per lo Stato. Va sostenuto, non punito.
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